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Sofia Trevisan

Sofia Trevisan, il vero volto del Girl Power

In questi anni si è spesso parlato del Girl Power come qualcosa che esiste solo nel mondo “mirabolante” delle parole (chiacchiere) e non dei fatti. Nel tritacarne della quotidianità si è sottovalutato chi lavora invece, alacremente, proprio verso quella direzione, che è poi quella del lavoro, dell’economia e per certi versi della passione. Una direzione intrapresa, senza se e senza ma, da Sofia Trevisan che è, indiscutibilmente, una delle poche donne imprenditrice in Italia che muove nelle sue mani milioni di euro. Imprenditrice e divulgatrice in ambito vendite, Sofia Trevisan è la creatrice del brand Venditore Vero, leader nella realizzazione di reti vendita efficaci. Pensate che ha portato al successo oltre 150 aziende italiane, con fatturati ad oggi milionari. È considerata in Italia una delle più autorevoli conoscitrici di selezione e formazione di venditori, oltre che di creazione di strategie commerciali. Ha scritto il libro V per Vendita – Come trovare e formare Venditori Veri per la tua azienda. L’abbiamo incontrata per chiederle alcune cose, conoscerla meglio e magari strapparle qualche consiglio per le nostre lettrici che stanno pensando di diventare imprenditrici.

Ci può descrivere in poche parole il suo lavoro?

Sono un’imprenditrice che aiuta gli altri imprenditori ad espandere la propria azienda e la propria rete commerciale attraverso la Scuola Venditore Vero. Il nostro compito è selezionare e formare venditori pronti a vendere e subito da inserire all’interno delle aziende.

Cosa l’affascina di più del suo lavoro?

Portare gli imprenditori a superare i propri limiti, azzardare, disobbedire. Gioco nella squadra dell’imprenditore per portarlo da una finta sfida nel campetto della parrocchia fino a vincere la Champions League attraverso un duro allenamento. Tutte le imprese italiane potrebbero farlo, ma spesso mancano di persistenza e coraggio.

Donne e impresa in Italia: come prevede il loro futuro?

– Sorride – . Per le donne prevedo lo stesso futuro degli uomini, non c’è differenza.

Ritiene che le donne siano esposte a situazioni di compromesso nel mondo del lavoro?

Molto spesso le donne si ritrovano a dover rinunciare alla propria crescita professionale o imprenditoriale per prendersi cura della propria famiglia. Purtroppo a volte questa diventa una giustificazione per nascondersi e non mettersi davvero in gioco. Avevo 26 anni quando ho aperto la prima azienda, il direttore di banca mi disse: “Sei una donna, pensa a cercarti un lavoro stabile e a crearti una famiglia, è troppo difficile per te fare carriera imprenditoriale”. Per fortuna sono una disobbediente.

Quanto c’è di psicologia e quanto di temerarietà nelle sue consulenze o nei suoi corsi di formazione?

Di psicologia nulla, sono una filosofa. Temerarietà molta. Io sono una coraggiosa, ma sono ancora più coraggiosi i clienti che decidono di seguirmi.

Un consiglio alle giovani imprenditrici?

“Non ascoltare, guarda”. Non ascoltare le voci, i pettegolezzi, chi ti dice che non ce la puoi fare, chi ti dice che la tua idea non è buona, ecc. Se non hai tutti contro, non è la scelta giusta. Osserva i numeri, fai marketing, impara a vendere e circondati di collaboratori che quando è il momento di scendere in campo non abbiano paura di vincere.

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